Il 30 maggio poco prima di mezzanotte ho avuto una emorragia subaracnoidea spontanea, e per descrivervi in maniera figurata cosa si prova è come se ti buttassero un secchio di acido cloridrico in testa. La faccio breve, un mal di testa da piegarmi in due, ambulanza, PS, diagnosi, ricovero.
Ho passato i successivi 15 giorni in ospedale, per i primi 5 completamente steso nel letto in sub intensiva nel reparto di neurochirurgia, poi seduto sul letto e gli ultimi giorni camminando e iniziando il ritorno alla normalità. La prima settimana i mal di testa e i dolori muscolari erano quasi costanti attenuati solo dagli antidolorifici, che in quel reparto praticamente escono dai rubinetti e dai distributori automatici.
Ora sono a casa in convalescenza per altri 15 giorni. In ospedale avevo perso il 7% del mio peso! Ora dopo una settimana i dolori sono svaniti e quello che rimane è un indebolimento muscolare, ma posso quasi dire di essere tornato quello che ero un mese fa.
Il mio corpo ha fatto un aggiornamento intensivo e spero permanente per sopportare un livello di dolore e disagio che non avrei mai immaginato, ora quello che per una persona normale è un forte mal di testa io lo considero un leggero fastidio. In una scala da 1 a 10, la notte del 30 maggio il mio livello fu ad occhio un 15 abbondante.
Ne ero già ampiamente convinto, ma questo incidente mi ha ulterioriormente confermato di come il nostro cervello sia il centro di tutto, durante la convalescenza, prima in ospedale e poi a casa, il sangue si è riassorbito prima lungo la cervicale poi lungo il sistema nervoso e durante il suo passaggio mi "simulava" dolori prima alle spalle, poi ai glutei, poi scendendo ai bicipiti femorali ed infine ai polpacci, questo senza che ovviamente nessuno di quei muscoli fosse stato sollecitato o fosse "stanco". Se il tuo sistema nervoso va in tilt e decide che devi soffrire, il tuo corpo può essere anche quello di Iron Man, non ne scappi.
Sono a casa in malattia, ma lavoro per mia scelta per non annoiarmi, lavoro alla mattina per qualche ora, intervallo con un po' di lavoretti, mi prendo un cappuccino, il pomeriggio mi riposo, poi sistemo casa, faccio tutti quei lavori che durante le settimane ordinarie non si ha mai voglia di fare, piccole manutenzioni, riordino gli archivi, leggo, ascolto musica, guardo serie TV, prendo il sole (avendo la fortuna di avere un giardino). Sono sempre all'interno dei confini domestici e vivo la famiglia con un ritmo diverso al punto che sto iniziando a pensare alla possibilità di passare ad un orario part-time; ovviamente non è fattibile volendo mantenere lo stile di vita attuale, ma il solo fatto che ci stia pensando dice molto di come un imprevisto del genere ti faccia cambiare prospettiva su molte cose.
P.S. Circa dodici ore dopo il mio ricovero, mentre ero in sub-intensiva nel reparto di neurochirurgia, è stato ricoverato accanto a me un altro uomo con il mio stesso problema, pittore e personal trainer. Siamo diventati amici, compagni di sventura di un male senza cause chiare ed evidenti, ma che pare accomuni anche persone con stili di vita completamenti diversi.